Come cambia la farmacia nel tempo di pandemia da Covid 19 e qual è il ruolo del farmacista nell’ambito della sanità regionale. E’ una domanda che ci siamo fatti più volte alla luce dell’operato di Regioni che emanano misure da adottare senza un reale piano ben definito. Si tratti di tamponi rapidi piuttosto che di vaccini antinfluenzali, in Piemonte la risposta in farmacia è sempre la stessa: “Non sappiamo ancora nulla”. Il dubbio a questo punto è che almeno per quanto riguarda i tamponi rapidi con risposta in 15 minuti, i cittadini piemontesi non li vedranno mai. Perché? Perché i tamponi rapidi ci sono, ma mancano gli infermieri per eseguire l’esame e comunicare al paziente l’esito, il quale se risulta positivo dovrà poi sottoporsi al test molecolare per avere un’altra certezza. Peccato che tra il dire e fare c’è di mezzo il mare, perché oltre a non trovare infermieri idonei a questo tipo di servizio, si scopre che i farmacisti non sono abilitati a fare il test. In più, nei locali di tante farmacie non c’è materialmente lo spazio necessario per offrire un tale delicato servizio. Insomma, il caos è regnante e i farmacisti si trovano a dover gestire una situazione molto difficile, che complica il suo ruolo istituzionale di consulente della salute. Il cittadino è disorientato e impaurito, anche per avere perso di vista quella figura di riferimento che da sempre è stata esaustiva di buoni consigli di salute. Un rapporto che oggi il farmacista, suo malgrado, si vede sfuggire di mano a causa di una disinformazione che penalizza proprio loro che dovrebbero essere rappresentanti di appropriata professionalità nelle risposte al cittadino. Dunque, ci troviamo di fronte a una categoria di lavoratori in difficoltà che, se da una parte può essere capita in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo in questo tempo di pandemia, dall’altra parte non può essere tollerata questa mancanza di piani ben definiti e funzionali da parte delle Regioni e delle varie istituzioni locali. E’ certamente stridente con la professionalità del farmacista sentirsi dire suo malgrado “Non sappiamo ancora nulla…..”, tuttavia, è nostro dovere sensibilizzare gli addetti ai lavori in una operazione concreta, anche se difficile, per tutelare il ruolo delle farmacie e dei suoi rappresentanti. I cittadini hanno bisogno di riferimenti precisi e di risposte certe, soprattutto dopo avere fatto ordinatamente lunghe code all’esterno delle farmacie, nel rispetto del distanziamento con relative mascherine. Sappiamo che i farmacisti sono dalla parte delle persone che si presentano al banco per porre i loro problemi di salute con domande riguardanti anche la burocrazia sanitaria del nostro Paese. Mettiamoli in condizione di poterlo fare con la preparazione e la chiarezza di chi ha avuto informazioni ben precise! E’ un diritto del farmacista che è a stretto contatto del cittadino.
Salvino Cavallaro